Bring on the night – l’arte di Sting

In ogni movimento artistico c’è sempre un’opera simbolo che esprime più chiaramente le caratteristiche innovative, le sue origini, il suo punto centrale o dal punto di vista dell’innovazione il più estremo. Non sempre è la più famosa, ma quella che mantiene viva l’idea originaria.
Nel caso dei Police c’è un brano che può esprimere la loro idea musicale è “Bring on the night”. Si sente la loro spinta innovativa, la giusta contaminazione del reggae, del rock punk.
Il brano parte con un suono ritmato con colpi di chitarra elettrica freddi, a cui si aggiunge la batteria con i suoi contraccolpi rock, poi il brano si scioglie negli arpeggi della chitarra elettrica che fanno da velluto alla voce ruvida di Sting. Ma all’improvviso il ritmo cambia ed arriva una linea festosa di basso reggae. Sembra un medley ironico molto british, con una linea di basso che resta reggae mentre la chitarra improvvisa suoni quasi lunari.

C’è in tutto questo qualcosa di tipicamente inglese.
Diceva Daverio  : “la musica della Gran Bretagna si basa sull’arrivo dall’estero di forze musicali. Senza Haendel non ci sarebbero stati i Beatles.”

In verità c’è da aggiungere Bach, Vivaldi ed Elvis Presley fino ai Beach Boys. Senza i quali i Beatles non sarebbero stati loro. Gli inglesi sono stati i protagonisti della musica del secondo 900, grazie ad alla mentalità che è cortese verso la diversità, mantenendo però quel grado di bizzarria che li ha sempre contraddistinti. La capacità di comprendere i suoni d’oltreoceano e d’oltremanica, con curiosità, per poi rielaborarli con il giusto grado di ribellione. Divenendone cosi i protagonisti.

Sting non perderà questa capacità di innovazione quando lascerà i Police. La sua base ispirativa diventerà il jazz ed ogni altro genere. Ha contraddistinto il suo stile nel riuscire nell’evolvere ogni tema musicale, nel caso specifico la musica reggae, rivisitandolo con un contributo di attualità stilistica senza perdere i colori della sorgente d’ispirazione, ma trasmigrandoli in suoni nuovi.
Questo ci induce all’incanto, come se fosse un nuovo punto di osservazione, un senso di sollevamento di ogni suo brano. Non solo in termini stilistici, ma anche tematici. In una forma di cosmopolitismo unico. Anche i temi storici, politici, poetici, restano sullo sfondo e sono poi rappresentati da forme espressive attuali. Una forma di incantevole di sovrapposizioni: tema e suo moderno sviluppo.

Il suo stile ricorda quello dell’ artista sudafricano, William Kentdrige con le sue musiche, filmati, arazzi. L’artista mantiene l’incanto dell’origine della sua ispirazione, spesso temi storici, o politici, esistenziali, il suo mistero, trasmigrandone con tecniche rivisitate, fatte di disegni animati, video, colonne sonore, offrendoci l’ occasione per ripensarlo, osservarlo, immaginarlo, come in un sogno.
Kentridge aiutato dalla sua origine, il Sud Africa, commista naturalmente i segni di origini africane e quelli europee. Ha affrontato temi politici, sociali, come le loro lotte di liberazione dall’Apartheid, lo schiavismo, ma riesce a realizzare un distillato figurativo cosmopolita e storico che non e’ riuscito a nessun artista.

Emblematico fu il suo concerto con Gil Evans ad Umbria Jazz, poi divenuto album e le sue collaborazioni successive.

In una intervista Kentdrige afferma :
“Io penso che ogni progetto che realizzo deve avere un tema, una tematica di interesse su alcuni elementi del mondo : storico o sulla natura del tempo, come The Refusal of Time, ma deve avere sia questo tema sia un linguaggio visuale e materiale attraverso cui pensarlo. Per me, ciò ha veramente a che fare con il movimento Dada. Nato a Zurigo nel 1916. Nel mezzo della prima Guerra mondiale, c’è un totale nuovo modo di pensare cosa un artista fa e un nuovo modo di comprendere come il mondo opera, un modo che l’assurdo diventa un modo per descrivere il mondo. Questa è un enorme rottura formale in come si può fare arte. E questo all’inizio era al cuore del pensare … noi permetteremmo a noi stessi di usare il nonsense, un linguaggio che non potrebbe essere compreso, per non avvertire che l’argomento logico era un modo di pensarlo.
Voglio dire Dada in una frase : La buona logica del mondo occidentale ha portato il cataclisma della Prima guerra mondiale; dunque noi necessitavamo meno buona logica, noi necessitavamo una cattiva logica”
E questo fu cio’ che abbiamo seguito, un misto di forte modernismo Europeo, cori africani tradizionali, frammenti del manifesto Dada, un po’ di FrantzFanon, provando a mostrare questo folle amalgama di cose che ha costituito il mondo…..”

La similitudine tra i due grandissimi artisti è elevatissima per i temi ( la storia, la politica, i conflitti sociali, esistenziali, ) fino alla elaborazione dello stile estetico. Entrambi allora commisurano le musiche africane e/o di origine africana come il jazz, oppure il reagge ed il modernismo europeo.
Entrambi mantengono quel senso nei temi e negli strumenti espressivi di quel calore originario unito a tecniche e sonorità moderne.
Ci sono molti esempi per Sting di questo stile. Nel brano “Bring on the night” riesce a mantenere il calore, il senso di sospensione della musica reggae unendola a suoni ed effetti lunari.
Nel brano Russians, mantiene la musicalità originaria russa rendendolo attuale musicalmente, anzi oggi retrospettivo tematicamente.
Nel brano “The Dream of the blue Turtles” riesce a trasportarci in un mondo fantastico ed onirico, un brano Dada’, con sonorità tipicamente alla Kentdrige.

Questo stile richiede, come dice Kentdrige, uno spirito Dada. Rompere il pensiero logico per trovare un pensiero che si muove su una “logica” diversa, che offra la giusta contaminazione, l’apertura, e quindi l’incanto. Mantenendo l’ispirazione antropologica iniziale che è la vita.
Entrembi uniscono colori, forme espressive 
Molte immagini di Sting, sembrano immagini scelte da Kentridge : Il messaggio che vaga in una bottiglia intorno al mondo, camminare sulla Luna, “The dream of the blue turtles”.
Infine il brano : “De do do..” un vero attacco Dada’ alla società che dice :

“Le parole sono difficili da trovare,

Sono solo assegni che ho lasciato non firmati

Dalle rive del caos nella mia mente

E quando la loro eloquenza mi sfugge

La loro logica mi lega e mi violenta

De do dodo de da dada

È tutto quello che voglio dirti?

De do dodo de da dada

La loro innocenza mi tirerà fuori

De do dodo de da dada

È tutto quello che voglio dirti

De do dodo de da dada

Non hanno senso e tutto ciò è vero

Poeti, preti e politici

Hanno parole per ringraziare per le loro posizioni

Parole che urlano per la tua sottomissione

E nessuno sta disturbando la loro trasmissione

Perché quando la loro eloquenza ti sfugge

La loro logica ti lega e ti violenta … “

Ritornando al brano “Bring on the night “,
 la sensazione di levitazione e di avventura, il tempo, si sposa con il testo:

“ Il pomeriggio mi è passato dolcemente …
la sera spiega la sua vela nel cielo …
ancora un altro giorno divide dal domani …
Dio ci dice già “Goodbye” …
Notte sei qua… mi sveglio adesso che tramonta il sole”.

Questa è la sensazione che lasciavano i Police, una leggerezza iniziale accompagnata dal senso del viaggio. Ci si sente come dopo aver “camminato sulla Luna” oppure come una bottiglia con il suo messaggio
lanciata nel mare dei suoni, oppure come dopo la notte, che tutto dimentica.