Dear Prudence.
La magia dei Beatles
I Beatles scrissero questa canzone per invitare la loro amica Prudence Farrow, sorella minore dell’attrice Mia, ad uscire dalla sua stanza e “condividere con loro i risultati delle lunghe sessioni di meditazione trascendentale all’interno della sua camera a Rishikesh”.
La canzone vuole essere un invito, attraverso il senso della rivelazione e dimostrazione dell’incantesimo della vita, che si scioglie durante l’ evoluzione del brano, diventando un incantesimo essa stessa, una magia.
Consiglio per l’ ascolto :
Il brano inizia con un arpeggio di chitarra, a cui a mano a mano si uniscono tutti gli strumenti in un crescente equilibrio di suoni. Un sonetto antico e moderno, un viaggio musicale.
Per avvertire tutta la bellezza del brano basta ascoltare “con un orecchio” l’arpeggio di chitarra e con l’altro tutti ciò che si unisce. Si scoprirà la magia dei Beatles.
La perfetta linea di basso di Paul McCartney che sostiene il ritmo del racconto, la voce sognante e invitante di Lennon, i cori che arrivano e vanno, poi ritornano, il tamburello, il battito di mani, la chitarra elettrica di Harrison che da vero genio riempie ogni buco e fa incredibilmente da controcanto, fino al piano ed una batteria “rotolante” suonata da Paul McCartney, abilissimo.
A rompere il ghiaccio all’inizio della canzone c’è il fruscio di un aereo come in Back in U.S.S.R., perché i Beatles erano dei geni …e qui lo dimostrano.