I Manhattan Transfer al  Pomigliano Jazz FESTIVAL  

Sono arrivati vestiti di bianco, il bianco che ispira libertà, l’energia dei loro vocalizzi, la professionalità del loro strepitoso spettacolo: i Manhattan Transfer, in questi giorni compiono 50 anni di carriera.
Li ha sempre connotati questo stile che potremmo definire “americano”, l’applicare alle forme moderne dell’arte il massimo della tecnicalità che supera il virtuosismo, senza mostrarlo.
Dal vivo abbiamo potuto assistere al loro jazz aperto a tutte le influenze, a qualsiasi evenienza sperimentale musicale: dal jazz New Orleans, alla musica sudamericana, fino a reinterpretare una versione rap di un brano jazz.

PS Scatti ufficiali, a cura di Titti Fabozzi

Il concerto ci ha permesso di assistere alla performance di un gruppo che nella storia della musica ha reinterpretato cover di classici, partecipando essi stessi, con le loro interpretazioni, a renderli dei classici.

In letteratura il Classico, diceva Calvino, è un libro “che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.

I Manhattan Transfer ci hanno stupito ieri sera, perché ci hanno mostrato che qualsiasi brano da loro cantato non aveva mai finito di dire tutto. Ci hanno mostrato che per essere autori di classici, bisogna essere maestri. Avere perizia tecnica, senso di libertà, ma soprattutto metterci il cuore perché la sensibilità arrivi ovunque.

Ieri sera, vedere ballare questi 70enni sul palco, senza sbagliare una nota, senza una sbavatura, pieni di energia e coinvolgimento ci ha dimostrato come i grandi si mettono all’ opera.