
Venezia Instabul di Franco Battiato
“Mi dia un pacchetto di Camel senza filtro e una minerva
E una cronaca alla radio dice che una punta attacca
Verticalizzando l’area di rigore”
Affianco ad un gesto quotidiano, minimale ed istantaneo, scorre la storia di un pomeriggio.
Le frasi del brano sembrano sconnesse, ma ad ascoltarle bene non lo sono affatto.
Ognuna ha un senso e sono legate da un’associazione logica ed emozionale, in cui i ricordi personali si associano alla contemporaneità ed alle epoche passate. Così che da un gesto quotidiano, da un istante, inizia un viaggio.
I pensieri si associano piano piano, non privi di ironia, richiamano l’un l’altro e ci accompagnano nella Storia, nell’ assolutezza di ogni uomo e di ogni epoca. Dalla storia di un uomo alla Storia dell’Uomo.
Lo stile musicale di Battiato è perfetto, la musica è volutamente pop elettronica, ma con l’accento della voce spirituale. Questa discrasia evidenzia l’ironia, la leggerezza ma anche il tono emblematico ed iconico delle sue frasi. Ne viene fuori una poesia ricca, spirituale ma leggera, moderna e quindi intima per ognuno, che sa cogliere anche nell’abitudine dello stare insieme una sorta di intimità collettiva.
Ricordi e Storia si intervallano. Battiato nel brano mette a soqquadro le certezze di ogni periodo storico, ed inevitabilmente le nostre, contemporanee e quelle personali. In un clima di solidarietà trasversale che ci lega tutti da sempre. L’aspetto poetico è come la propria intimità sia avvolta e decifrata nello Zeitgeist.
“D’Annunzio montò a cavallo con fanatismo futurista
Quanta passione per gli aeroplani
E per le bande legionarie
Che scherzi gioca all’uomo la Natura”
“L’etica è una vittima incosciente della storia
Ieri ho visto due uomini che si tenevano abbracciati
In un cinemino di periferia
E penso a come cambia in fretta la morale”
Seppur con la presenza di sintonizzatori, della chitarra e del basso elettrici, grazie ai violini rimane nel brano una sostanziale “classicità”.
Battiato era in grado di produrre brani poi divenuti “classici”, per la capacità di sintesi musicale e letteraria. Vale per Battiato, ciò che diceva Calvino “Un classico (è un libro ) che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.
I suoi brani non smettono mai di essere attuali, moderni.
La prima frase racchiude il senso del brano “ Venezia mi ricorda istintivamente Istanbul, Stessi palazzi addosso al mare. Rossi tramonti che si perdono nel nulla.”
Ed alla mente non può che non riaffiorare un dipinto dei tramonti del Canaletto di Venezia. Con quell’aria immobile e rarefatta, in cui si racconta un periodo, un’epoca.

Uomini intenti nelle singole attività seppur avvolti da quella stessa luce, dal loro tempo. Non erano quadri che rappresentavano il vero, ma ciò che l’artista carpiva dalla sua epoca. Erano la rappresentazione di un istante che voleva rappresentare un epoca.
Questi dipinti ci lasciano osservare lo Zeitgeist dall’esterno senza perdere quel senso di contemporaneità e di solidarietà tra epoche.
Comprendiamo infine un altro significato nel brano, forse più profondo. Il nostro vissuto è fatto dei nostri pensieri, di ciò che pensiamo e della traccia di ciò che pensavano gli antichi.
Questo pomeriggio raccontato nel brano, in compagnia dei pensieri di Battiato diventa esso stesso un’esperienza.
La vita stessa è l’associazione dei nostri pensieri ed attraverso essa noi ci riconosciamo. La qualità dei nostri pensieri la definisce e ci definisce.
La verità storica non esiste in senso assoluto, dice lo storico Canfora, la lettura della storia si reinventa ogni volta. Ascoltare questo brano è come entrare in un museo, in cui l’istante che si vive si mescola alla cultura del tempo presente e passato. Un senso universale al nostro passaggio terreno.