WALK IN THE WILD SIDE di Lou Reed 

Il titolo potrebbe essere tradotto in “fai qualcosa di folle”, “ una passeggiata sul lato selvaggio”.

Del suo brano, che fu il suo primo grande successo, Lou Reed disse

“Ho sempre pensato che sarebbe stato divertente far conoscere alla gente personaggi che forse non avevano mai incontrato prima, o che non avrebbero voluto incontrare.”

La canzone descrive vite di persone realmente conosciute dal cantautore al The Factory, lo studio newyorkese di Andy Warhol, che lui aveva frequentato, quando era nei Velvet Underground, gruppo fondato appunto con l’artista statunitense.
Nata come colonna sonora di un musical, tratto da un romanzo che appunto si intitolava “Walk on the wild side“, Lou Reed fu licenziato prima della messa in scena e comunque il musical fu un flop. Lou Reed entrò in crisi : senza gruppo, senza musical.

Il suo angelo salvatore fu David Bowie, che ne conosceva il valore e lo aiutò a produrre un nuovo album solista, in cui riprese questo brano.
Musicalmente ha le sonorità leggere e sognanti del dream pop tipico dei Velvet Underground, ricorda un po’ la loro canzone Sunday Morning.
Ma in questo brano si avverte lo zampino geniale di David Bowie. La sua capacità di condurci ad un mondo terzo.

Musicalmente ha le sonorità leggere e sognanti del dream pop tipico dei Velvet Underground, ricorda un po’ la loro canzone Sunday Morning.
Ma in questo brano si avverte lo zampino geniale di David Bowie. La sua capacità di condurci ad un mondo terzo.
La voce e’ una guida tra il sussurrato ed ineluttabile, risveglia nel nostro inconscio un invito irrifiutabile al piacere. Non poteva allora non esprimersi se non con atmosfere jazz, rilassanti, con le sonorità musicali più sensuali : il basso, il sax ed il coro femminile. Grazie alle sue origini “improvvisatorie” ed africane, il jazz e’ il genere più profondo, ambiguo e carnale. Lou Reed prende a piene mani l’ironia, la provocazione, la libertà della controcultura newyorkese.
La visione nuova della società che il genio di Andy Wharol aveva suggerito.
Soprattutto il brano ci dimostra al di là del testo, l’universalità’ delle sensazioni, che e’ forse un’altra intuizione del grande pittore.
Andy Wharol aveva compreso il senso del piacere iconico ed interiore, libertario nei prodotti di massa, nella loro comunicazione, che sotto certi aspetti divenne un nuovo modo di appartenenza e di esistere.
Il suo movimento fu di liberazione, rigenerava l’immaginazione collettiva negli l’archetipi di una sensualità in senso lato.

C’e’ una frase di una canzone di Edoardo Bennato che forse può farci comprendere lo stato dell’epoca


“Da bambino il mio mondo era diviso in classi
Ed il ricco regalava al povero i panni smessi
E mentre si scannavano a trovare una soluzione
È arrivato il blue-jeans la vera rivoluzione”

Il blue jeans e’ sexy, costa poco e’ un prodotto di massa che unisce e non discrimina, ma libera dall’idea conformista di noi.
La rottura dei cliché storici culturali della pop art che comprendeva le nuove forme diffuse e le immagini di libertà.

“Walk on the wild side” e’ figlio di tre personalità geniali : Andy Wharol, Lou Reed e David Bowie.
Indipendentemente dalla specificità del testo il brano e’ un inno a non nascondere la propria sensualità, alla libertà, all’immaginazione.
Questo brano e’ il ritratto di Marylin in musica.